Associazione Jambo“Destinazione Chiapas ” |
28 agosto
Oggi abbiamo fatto l'ultima "gita" zapatista del nostro soggiorno qui in Chiapas e siamo andati ad incontrare la comunita' Rancheria la Libertad dove abbiamo appoggiato la costruzione di una scuola autonoma. La Rancheria si trova sulle montagne sopra San Cristobal e per arrivare occorre fare una mezz'ora di Jeep e poi un'altra mezz'ora a piedi. Andiamo accompagnati da Rosy, di Desmi, che segue alcune delle comunita' del Caracol di Oventic. Al nostro arrivo siamo accolti da Jose', il responsabile di questa comunita'. Per me e' la terza volta che vengo qui, e come sempre provo una grande emozione. Jose' purtroppo soffre di problemi di emicrania perche' due anni fa aveva partecipato ad una manifestazione a Zinacantan per dare appoggio agli zapatisti di quel luogo a cui avevano tagliato acqua e luce. In occasione di quella manifestazione c'erano stati scontri con alcuni membri locali del partito PRD (di sinistra!!!) e Jose' era stato colpito alla testa con un bastone. Nonostante il ricovero in ospedale e le cure porta ancora i segni di quegli scontri! Dopo aver sorseggiato un caffe' andiamo tutti insieme alla scuola: purtroppo non ci sono gli alunni ad accoglierci perche' le lezioni qui inizieranno a meta' settembre. Sono 5 le comunita' "servite" da questa scuola autonoma e ad aspettarci ci sono i membri di queste comunita': in tutto una cinquantina di persone. Tuttti si ricordano di me come "Marcos de Italia" e si ricordano anche di quando 2 anni fa avevo ballato nel campo da basket sotto la pioggia e con il fango, in occasione dell'inaugurazione della scuola.
Ascoltiamo i doscorsi di Jose', di Santos e Francisco, che appartengono al comitato per l'educazione, di Ortensia, che insegna nella scuola ma e' anche coordinatrice per l'educazione in questa regione del Caracol di Oventic. Tutti ci parlano delle difficolta' che stanno incontrando: dedicare tempo all'educazione toglie tempo al lavoro nei campi e quindi ne derivano parecchi problemi di tipo economico. Ortensia in particolare parla dei suoi continui spostamenti da una comunita' all'altra, ad Oventic, e di quanto le dispiace lasciare i bambini in quei giorni. Si lamenta anche del fatto che e' difficile trovare nuovi promodor de educacion: negli ultimi anni infatti il loro numero e' calato! Tutti parlano in Tzotzil e poi fanno una breve traduzione per noi in spagnolo: era da un po' di tempo che i membri di queste comunita' non si raccoglievano insieme per cui i responsabili stanno sfruttando questa occasione per cercare di "animare" gli altro compañeros, per spronarli ad andare avanti nonostante le difficolta'. Qui come in tante altre comunita' l'opera disgregatrice del governo e' molto forte: con regali e soldi tenta di "comprare" le persone e dividere le comunita' in modo da renderle inoffensive. Jose' parla di una strategia "contro-insurgente" per descivere l'azione del governo nelle comunita' zapatiste: e' la stessa frase che ci hanno ripetuta Carlito, Pedro (Desmi), Diego (Frayba). La nostra presenza, lo sappiamo, serve anche ad infondere coraggio e nuove energie alle comunita' in resistenza, quindi con le nostre parole tentiamo di esprime il nostro appoggio e la nostra solidarieta': siamo qui per costruire insieme un mondo altro, un mundo donde quepan muchos mundo. L'intervento piu' emozionante e' quello di una donna indigenea, che ci ringrazia tantissime volte per la nostra presenza, perche' dimostra che come zapatisti non devono arrendersi ma continuare ad andare avanti, e che non si sentono soli.
Dopo il pranzo e dopo avere offerto l'ultimo pezzo di Parmigiano che abbiamo portato in dono, torniamo a San Cristobal. La sera la passiamo assieme a Pedro, Lupita e Lurdes. Pedro mi ha detto che sabato' ci saranno le prime risposte, da parte dei municipi autonomi coinvolti, sul progetto di agroecologia per ricordare Italo: ci fara' sapere.
Domani e' l'ultimo giorno in questa terra di lotta e resistenza! ...mi viene in mente una frase di Don Carlo : "In questa terra, resistere e' gia' un atto eroico!"
Hasta la victoria ...
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27 agosto
Ieri mentre eravamo da Carlito e Paty sono ritornati Matteo e Pietro dal loro giro turistico, un po' stanchi ma molto contenti.
Stamattina dopo esserci organizzati per il nostro ritorno in Italia (purtroppo!!) ci siamo concessi un'ulteriore mattinata da turisti andando a San Juan Chamula per vedere i riti sincretici che si compiono nella chiesa. Al ritorno abbiamo visto passare sulle nostre teste un piccolo tornado che, dopo un primo momento di paura, e' stato argomento di molte foto. Verso le 17 ci siamo incontrati con Diego, direttore dell'area "defensa" del centro per i diritti umani Fray Bartolome' de Las Casas. Ci siamo fatti spiegare la situazione dei Montes Azules, una zona della Selva Lacondona al confine con il Guatemala dove recentemente si e' avuto un sequestro di 33 persone, tutte donne e bambini, da parte del governo! I Montes Azules, 600.000 ettari di territorio, ora appartengono per diritto costituzionale a circa 30 famiglie di autoctoni, i lacandoni. Dagli anni '70 pero', indigeni tzeltales, stanchi di essere sfruttati dai latifondisti, fuggirono nella selva e vi si insediarono in piccole comunita'. Legalmente potevano farlo, in virtu' di una legge che recitava che chi non ha casa ne' terra puo' vivere con ogni diritto sulla terra di proprieta' dello stato, purche' incolta. Se da una parte e' diritto dei lacandoni vivere sulla loro terra, e' altrettanto un diritto per i Tzeltales avere una casa d un lavoro. Il Frayba, il cui lavoro e' di denunciare le violazioni dei DU ed aiutare i pu' deboli, continua incessantemente a far sentire la sua voc, molte volte inascoltata, non solo per quanto riguarda i Montes Azules, ma per una miriade di altri sopprusi, causati da chi ha piu' potere nei confronti dei "senza voce e senza volto". Nel poco tempo in cui abbiamo parlato con Diego, e' stato interrotto molte volte da varie telefonate: una da un suo collaboratore nei Montes Azules, in cui diceva che le 33 persone sequestrate stavano male di salute, un'altra di una detenuta in carcere, ... tutto questo lavoro preziosissimo e' ora un po' in forse, perche' alcune ONG che finanziavano il Frayba hanno cambiato orientamanto e la chiesa locale, di cui il Frayba e' espressione, con il nuovo vescovo Felipe, e' molto piu' conservatrice di prima.
Hasta la victoria ...
25 agosto
Stamattina abbiamo appuntamento con Carlito per andare ad incontrare una comunita' della sua parrocchia: Santa Anita. Anche questa, come molte altre comunita', e' divisa tra zapatisti e filogovernativi. Il governo con incentivi economici, la chiesa sempre piu' conservatrice e la presenza di molte sette religiose stanno dividendo le comunita' con il risultato che in molti casi gli zapatisti sono oggetto di vera e propria discriminazione. Spesso poi accade che a non cedere alle lusinghe del governo e a non "farsi comprare", a rimanere zapatisti insomma, sono proprio i membri piu' poveri di una comunita'. L'appartenenza alla organizzazione zapatista tuttavia consente di uscire dall'ambito ristretto del villaggio, incontrare altri "compas", collaborare con ong locali ed organizzazioni internazionali. Il risultato finale e' che la parte piu' povera della comunita', che ha una coscienza sociale piu' forte, si batte per il riconoscimento dei diritti di tutti, dei piu' poveri e dei piu' ricchi (o piu' correttamante un po' meno poveri) che sono ugualmente discriminati in quanto indigeni.
A Santa Anita incontriamo Gulmano e altri compas che hanno lasciato il lavoro della milpa per venire a parlare con noi. Anche loro hanno un sogni, anzi due: allargare una tiendita (bottega alimentare) che gestiscono per tutta la comunita', con annesso un mulino per fare le tortillas, e poter acquistare un po' di terra per coltivarla comunitariamente. Ora hanno soltanto un piccolo pezzo di terra ereditato da Gulmano ma non e' sufficiente.
Nel pomeriggio pranziamo da Pedro e Lupita: ci hanno preparato tanti piatti messicani per darci nuove idee per la nostra prossima cena messicana. Dopo pranza, davanti ad un bicchiere di viño tinto, Lupita, Pedro e Lula ci scrivono le ricette e ci regalano alcune riviste di cucina messicana.
Hasta la victoria
P.S. Il Messico e gli USA stanno accordandosi per un Plan Mexico (simile al Plan Colombia): il fine sarebbe quello di combattere il narcotraffico. Gli aiuti dagli USA consisterebbero in 700 / 1.200 milioni di dollari per i primi due anni, e poi vendita di armi, equipaggiamenti e tecnologia militare.
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24 agosto
Stamattina siamo andati con Carlito al Cideci (centro Don Bosco) per la festa dell'anniversario di questo centro incredibilmente bello e utile: ci sono sale per conferenze, talleres dove ragazzi e ragazze indigene imparano un lavoro.
L'ultima cosa davvero eccezionale e' la ratifica, avvenuta proprio stamattina, di una convenzione particolare con la Columbia University e la possibilita' di fare videoconferenze usando la rete internet della UNAM (Universita' Autonoma del Messico). C'e' stata una messa presieduta da Tatic Samuel, non c'erano i 2 vescovi attuali, perche' sono conservatori e hanno tentato di far dimenticare l'incredibile lavoro del Tatic. In compenso la chiesa era piena di indigeni, dai vestiti coloratissimi e proprio a loro Tatic ha fatto la prima comunione. Poi in processione con ciascuno il suo mazzolino di fiori siamo andati all'inaugurazione della sala piu' grande e piu' bella intitolata a Tatic Samuel. Stasera andiamo a vedere una pellicola dell'EZ.
Hasta la victoria!
Tra ieri e oggi abbiamo parlato sia con Julio di Capise che con Carlito del problema della terra. Mi sembra molto interessante per capire la realta' delle comunita' indigene del Chiapas e quindi provo a riassumere brevemente.
La proprieta' della terra, per prima cosa, e' comunitaria e non si tratta quindi di vera e propria proprieta' privata. La terra di una comunita' si chiama Ejido e possono accedere a questa terra per lavorarla tutti i membri della comunita' (ejidatarios). Ogni decisione sulla terra comunitaria viene presa in assemblea con tutti gli ejidatarios: in sostanza questa terra non puo' essere comprata ne' venduta ma soltanto usata per il lavoro dei campi.
Il governo messicano, al tempo di Salinas de Gortari, tuttavia, ha modificato la costituzione e con una legge che si chiama (PROCEDE) ha fatto si' che un ejidatarios potesse ottenere una regolare certificazione di proprieta' della terra dell'ejido che stava lavorando. E questo certificato gli consente di vendere o affittare la terra. Questa legge ha scosso nelle fondamenta il concetto di terra come bene comune che c'era nelle comunita', ed il risultato e' che in molti casi i membri delle comunita' che si trovavano in una situazione di bisogno hanno venduto la propria terra certificata a grandi proprietari (o multinazionali in alcuni casi) e dopo poco tempo si sono ritrovati senza terra su cui lavorare, perdendo quindi l'unica ricchezza che avevano.
Gli zapatisti e buona parte della societa' civile messicana stanno battendosi a tutti i livelli, compreso quello legale, per tentare di ridurre i danni che questa legge, PROCEDE, sta producendo nelle comunita' indigene creando nuove poverta'!
Tierra madre .... siempre!
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23 agosto
Il caracol di Morelia dista da San Cristobal 3 ore di strada, in parte asfaltata ed in parte sassosa. E` un anfiteatro naturale abbracciato per 3 lati da colline di conifere. C'e' silenzio e pace intervallati solo dal rumore della pioggia sulle lamiere che costituiscono i tetti delle case e dalle risa dei bambini. La mattina c'e' il profumo del pane appena cotto. E' un posto idilliaco dove le donne vengono ad imparare a migliorare il loro artigianato, dove gli uomini seguono corsi di agroecologia, di come produrre un buon concime organico, di come allevare lombrichi per rendere il terreno piu' fertile. Questi insegnamenti li offre Pepe di Desmi e Pedro, sempre di Desmi, invece, si occupa di dare nozioni di allevamento del bestiame. La Junta che ci accoglie qui non gha il passamontagna, sono 2 ragazzi, 2 uomini un po' piu' anziani ed una ragazza col costume tradizionale multicolore. Chiediamo di incontrare la cooperativa di tessitrici "Tejendo la cultra Maya". Sono piu' di 700 provenienti da 5 municipi, tessono nella sede di ciascun municipio. Rosa Isabel, la responsabile, ci dice che oltre a tessere insieme, si confrontano sui problemi quotidiani, si danno forza e coraggio vicendevolmente. Alla domanda di Marco sul perche' abbiano scelto una forma di lavoro in collettivo invece di lavorare singolarmente, Carolina risponde che non e' giusto che una sola migliori la sua vita, il miglioramento deve essere per tutt' anche se a piccoli passi. Vorremmo comprare i loro prodotti, ma sono qui per un corso di formazione, quindi non li hanno portati. Compriamo solo 2 strisce ricamate coi colori della madre tierra, ci dicono.
Chiederemo alle nostre "creative" un modo per usarli, poi faremo loro sapere se qui in Italia ossono essere venduti o no. Loro ci sperano.
Passiamo poi alla lezione di agroecologia, sotto 2 enormi piante che ci riparano dalla pioggia. Marco scatta tantissime foto mentre aspettiamo l'ora della comida per mangiare tutti insieme, verso le 17, rammaricandoci di non potere dormire qui sull'amaca guardando il cielo stellato.
Hasta la victoria
P.S. Pietro e Matteo sono a Tikal molto contenti
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22 agosto
Ieri ci siamo concessi una giornata di "descanso" a San Cristobal : abbiamo scritto i nostri appunti quotidiani che Marco C prontamente passa sul sito.... gracias compañero Marco!!!!, abbiamo comprato qualche souvenir, qualche presepe colorato ed abbiamo riflettuto un po' su cio' che abbiamo vissuto finora qui.. Riprendendo l'ultimo argomento del nostro messaggio di ieri, relativo alla comunita' di Nueva Esperanza, pensiamo che l'aiuto che ci hanno chiesto sia davvero da tenere in considerazione ... forse le foto parlano piu' delle parole!!!
Tornati a casa parleremo insieme su come fare in modo che forno e classe non coesistano nella stessa stanza!!!
Oggi c'e' una novita' : Pietro e Matteo si prendono qualche giorno di pausa per fare i turisti, ci rivedremo il 27. Vanno a Palenque, Yachilan, Bonampak e Tikal. Noi, invece, andiamo da Carlito e Paty a Teopisca.
Hermana Paty ci spiega brevemente il percorso dei promotores de los derechos humanos , che sosteniamo . Sono 20, tra uomini e donne, provengono da altrettante comunita' e, molte volte, si aggregano anche uditori extraparrocchiali. Ogni promotor ha una "carpeta" ideata dal frayba ( centro per i D.U ) ; Paty ha gia' tenuto 14 incontri di formazione; ci sono stati poi 4 incontri diocesani e vari talleres su discriminazione di genere, pago de la luz, terra ejidale, problema dell'acqua, sulla otra campaña, su Appo, ecc, alcuni sono stati anche incontri nazionali. Noi forniamo la possibilita' di spostamento, molto caro per i promotores, il materiale usato negli incontri, il cibo, sempre molto abbondande e vario, anche per mogli e mariti al seguito e , ovviamnete, i bambini. Il compito dei promotori e' quello di riferire a tutta la propria comunita', cercare di far rispettare i DU , cercare di trovare una solozione pacifica alle varie controversie dovute al fatto che la comunita' e' divisa ed intervenire sui casi di vilazioni conclamate. Paty ci ha fatto alcuni esempi di pestaggi, violenza gratuita nei confronti di donne, arresti arbitrari...la presenza dei promotores e' davvero fondamentale e ci hanno scritto una bellissima lettera di ringraziamento, che leggeremo insieme.
In settembre Paty sara' in Italia e l'abbiamo invitata a venire a Fidenza per parlarci non solo del nostro progetto, ma della situazione generale del Chiapas, delle comunita', della discriminazionme degli indigeni e della situazione delle donne. Direi che e' un'opportunita' unica ed irripetibile. Chi conosce Paty, sa che e' una donna eccezionale. Nel pomeriggio con Carlito siamo andati in 2 comunita': San Caralampio e Rancho Nuevo; dove abbiamo condiviso, anche se per poco tempo, la poverta' e la dignita' di queste persone forti e coraggiose.
Hasta la victoria
PS domani non ci sentiamo, perche' saremo nel caracol di Morelia e Matteo e Pietro saranno in viaggio per Tikal.
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ultimo aggiornamento: 8-Dic-2010