Associazione Jambo“Destinazione Chiapas ” |
21 agosto: ieri sera siamo ritornati a San Cristóbal dopo tre giorni intensi trascorsi nelle comunita’; ma procediamo per ordine…
18 agosto: la partenza e’ fissata per le 8.00, ma per un guasto improvviso ad una delle due jeep che ci devono accompagnare partiamo alle 12.00 con un solo mezzo senza Estela e Bernardo, che ci raggiungeranno domenica a El Calvario. Al Caracol di Roberto Barios ci si va in cinque ore, solo con fuoristrada, e’ stagione di pioggia, quindi i sentieri sterrati che si percorrono per l’ultima ora sono in parte da guadare. Arriviamo a Roberto Barios accaldati e stanchi, mentre la Junta sta cenando, ci consediamo un bagno ristoratore nel Rio Bescaran (non ci sono foto, perche’ siamo tutti a ‘sguazzare’ nel rio).
Roberto Barrios e' uno dei caracol zapatisti piu' difficili da raggiungere, quindi gli stranieri che arrivano fino la' sono davvero pochi. E pochi sono anche i progetti realizzati in questo caracol con l'appoggio internazionale: noi come Jambo invece stiamo appoggiando queste comunita' del nord gia' da qualche anno e proprio per questo la felicita' per essere qui e' doppia.
Dopo un bagno ristoratore nel fiume siamo subito ricevuti dalla Junta de Buen Gobierno. Come sempre e' composta da 5 membri, ed in questo caso ci sono 2 donne. L'ufficio della giunta e' piccolo ed il caldo quasi soffocante. Come ad Oventic ci sono alcuni manifesti attaccati alle pareti, ma gia' da un primo sguardo si capisce subito che da qui passano davvero pochi stranieri,
Ci presentiamo uno per uno, spieghiamo cosa fa la nostra associazione e poi Pedro comincia a spiegare il progetto che abbiamo in mente per ricordare Italo: un centro di agroecologia. Un centro di questo genere prevede un edificio dove si possano tenere "talleres de capacitacion" (laboratori per l'apprendimento) e un pezzo di terra (da 1 a 5 ettari), su cui si possano sperimentare nuove e diverse tecniche di coltivazione al fine di migliorare la qualita' e la resa della produzione agricola. Un pezzo di terra potrebbe essere utilizzato per il mais, un altro per i fagioli, un altro ancora per il caffe'.
Poi si potrebbe usare un altro pezzo di terra per allevare 2 o 3 vacche, per produrre lo sterco da utilizzare come fertilizzante. E poi un altro pezzo per l'allevamento dei polli. E qui dovrebbero arrivare i campesinos (contadini) dalle diverse comunita' per apprendere e sperimentare nella pratica nuove tecniche di coltivazione ed allevamento.
E' un progetto ambizioso, certo, ma importante perche' e' dedicato ad Italo e rivolto alla coltivazione della Madre Tierra, che e' il fondamanto della cultura indigena del Chiapas... e poi senza questa base che consenta di lavorare con dignita' e di conseguire un'alimentazione sufficiente ai bisogni della comunita' non si possono neppure affrontare i temi dell'educazione, della sanita', etc...
La risposta della Junta: non e' ancora un si' definitivo, ma ci danno il permesso di elaborare un progetto strutturato da presentare a settembre/ottobre, coinvolgendo i "formadores de agroecologia, i consigli autonomi dei municipi interessati, i comitati di sviluppo.
Un punto importante sara' la scelta della sede per questo centro: stiamo pensando insieme a Desmi che possa sorgere in una comunita' sicura e facilmente raggiungibile.
Si tratta insomma di un sogno...un sogno che possiamo davvero realizzare con il contributo di Jambo, di Desmi, dei consigli autonomi zapatisti, delle comunita'!
Sono tanti i soggetti coinvolti, ma proprio per questo motivo il progetto del centro di agroecologia ci sembra cosi' bello: tante persone insieme per fare una cosa importante, per ricordare il "compañero" Italo.
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19 agosto: per raggiungere El Calvario occorrono quattro ore, ma visto che per dormire a Roberto Barios abbiamo dovuto chiedere in prestito alcune amache, ci fermiamo prima a Palenque per comprarne una per Nelly, una per Pietro e una per Matteo. Io gia’ ce l’ho, l’ho comprata proprio a Roberto Barios due anni fa! Il viaggio fino a El Calvario attraversa la foresta, verdissima con sali e scendi che non finiscono mai. Verso mezzogiorno finalmente arriviamo a destinazione: e’ una emozione fortissima ritornare qui perche’ questa e’ la comunita’ a cui siamo piu’ legati. E’ isolata, da sempre minacciata da gruppi paramilitari legati al PRI, ma con una forza incredibile che le ha permesso di diventare una guida per tutte le altre comunita’ del municipio autonomo di Ruben Caramillo. Al nostro arrivo ci viene subito offerto il pranzo a base di caldo de pollo, tamales e caffe’, poi riposiamo un po’ sulle nostre amache e poi… inizia la festa di benvenuto. Si svolge nel campo da basket di fronte alla nuova scuola di cui abbiamo appoggiato la costruzione. Lungo il sentiero ci danno il Benvenuto i bambini che tengono in mano tanti cartelli: W l’Italia (quello che ci fa piu’ sorridere), Bienvenidos Hermanos e poi W l’educacion autonoma, W EZLN, W el Che, W la otra campaña… E poi nel campo da basket tutte le donne e gli uomini della comunita’ ci aspettano per salutarci: diamo la mano a tutti quanti e siamo emozionatissimi; sembra un’accoglienza degna di un capo di stato; invece si tratta di accogliere dei ‘compas’ come si dice qui’, che vengono da lontano. Ci sono i discorsi di Benvenuto e noi cerchiamo di ringraziare di cuore e di esprimere la nostra felicita’ per essere qui. Tentiamo di parlare della dignita’ che si percepisce nello sguardo e nelle parole di queste persone: una dignita’ che non si compra con il denaro, ma si ottiene con la lotta e la resistenza. Queste sono due parole che ricorrono molto spesso nei discorsi degli zapatisti; forse in Italia hanno ormai perso il loro significato originario e hanno ormai solo una connotazione ideologica, qui rappresentano invece la vita quotidiana di persone che hanno scelto di costruire un’alternativa al modello neoliberista: l’autonomia. Dopo i discorsi visitiamo la nuova scuola… soltanto il primo piano e’ stato completato. Il secondo invece e’ ancora in fase di costruzione. Ma gia’ piu’ di quaranta alunni seguono le lezioni qui. La festa e’ interrotta da un breve acquazzone, poi si ricomincia coi balli degli alunni della scuola e una partita di basket. Le divise sono quelle che abbiamo spedito qui e che sono state consegnate da Máximo e Arianna. E’ bellissimo vederle indossate qui. Ci aspetta ancora la cena e poi i balli. Anche noi balliamo circondati da decine di bambini che ridono come i matti perche’ siamo cosi’ alti! Infine, prima di andare a dormire incontriamo Belisario, Antonio, Diego, Avelino. Belisario ora e’ il presidente di una cooperativa di caffe’ che si chiama ‘SSIT LEQUIL LUM’ che in Tzeltal significa ‘frutto della buona terra’. Alla cooperativa sono associati piu’ di mille produttori che appartengono a sette municipi autonomi : e’ un grande esempio di lavoro collettivo e di auto-organizzazione. Desmi appoggia per le attivita’ amministrative e per la commercializzazione. In questo momento la coopérativa sta vendendo il suo caffe’ organico in Germania, Francia e Italia, sempre attraverso la rete del commercio equo. Con i responsabili del municipio affrontiamo di nuevo il tema del centro di agroecologia. Spieghiamo ancora una volta di cosa si tratta e che dovrebbe essere dedicato a Italo. Belisario e gli altri amici che hanno conosciuto Italo quattro anni fa, si mostrano molto interessati e quindi si riuniranno per cominciare ad elaborare il progetto. Siamo molto contenti perche’ ci sembra che abbiano colto l’idea che porta con se’. E’ tutto. Andiamo a dormire felici e soddisfatti nelle nostre nuove amache.
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20 agosto: arriviamo alla comunita’ di Nueva Esperanza, dove ci accolgono un’amica, Chepina, le autorita’ della comunita’, del municipio, e dell’EZLN. Dopo strette di mano ed abbracci e dopo il secondo desajuno della mattinata, andiamo nell’escuelita che e’ stata realizzata anche grazie a Jambo. Si chiama ‘Primero de enero’, e’ semplice e spartana, con due lavagne e tante panche per i cinquanta alunni, quasi tutti presenti insieme ai loro genitori e alle autorita’. Qui, sentendo ripetere la parola Jambo in Chol, apprendiamo che significa ‘otro’ cioe’ ‘altro’ e allora iniziamo tra ‘nuestra palabra’ dicendo che come loro perseguono un ‘jambo mundo’ cosi’ anche noi, in maniera diversa, lo sognamo e cerchiamo di costruirlo in Italia; siamo loro compañeros y hermanos en la lucha por la dignidad. Il nostro subpresidente Marcos chiede ai bambini se sanno dove sia l’Italia, sono tutti piccini e non lo sanno, allora disegna sulla lavagna il percorso che abbiamo fatto per arrivare qui, tra questi compañeros umili, fieri e ribelli contro il malgoverno che li sfrutta.
Nel pomeriggio inizia la festa di inaugurazione dell’escuelita, ci sono la marimba, i bambini e le bambine che danzano e cantano, i due giovani maestri che ne coordinano lo svolgimento. Finita la parte culturale, Chapina, che ha il compito di presentare la festa, propone un minuto di silenzio per ricordare Italo e tutti quelli che, come Italo, si sono battuti per dare forza e coraggio alla comunita’. Seguono poi ‘nuestras palabras’ di incoraggiamento, di ringraziamento e concluye il nostro subpresidente, sempre attorniato dai bambini, ringraziando a sua volta e dicendo ‘no estan solos’: noi siamo e saremo sempre con voi. Prima di tornare a San Cristóbal, la comunita’ ci dice che avrebbe una richiesta da fare a Jambo e Desmi. Ci accompagnano nella vecchia escuelita: un ambiente con le panche e la lavagna e il forno per cuocere il pane. Per ora questa e’ l’aula per i piu’ piccoli, le lezioni sono spesso interrotte dalle donne che cuociono il pane ed il caldo, gia’ pesantemente afoso, e’ insopportabile. La loro richiesta e’ l’aiuto economico da parte nostra e la collaborazione di Desmi per costruire un secondo piano nella nuova escuelita per fare in modo che tutti, scolari e donne, possano avere un luogo degno dove imparare e lavorare. ‘No estan solo’: glielo ripetiamo… Ora dobbiamo inventarci una raccolta fondi per il ‘segundo piso’: che dite? Questa richiesta, da qui, la rivolgiamo a tutti quelli che ci leggono… ‘ Jambo education es posible!’.
Hasta la victoria!
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ultimo aggiornamento: 8-Dic-2010