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per il commercio equo e solidale

Fidenza (PR)

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Cos'è il COMMERCIO EQUO e SOLIDALE?

Il principio di fondo del Commercio Equo e Solidale è quello di garantire un compenso equo e servizi socio-sanitari ai piccoli produttori, svantaggiati economicamente, dell'America Latina, dell'Africa, dell'Asia e dei Paesi dell'Est. Le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale comprano direttamente i prodotti delle cooperative senza nessuna speculazione e scavalcando gli intermediari del commercio tradizionale.
Il prezzo di acquisto viene concordato con i produttori, assicura loro un giusto guadagno e comprende un contributo per sostenere progetti locali di sviluppo sociale e sanitario.
L'uso delle materie prime e le tecniche di produzione tengono conto della salvaguardia dell'ambiente e della salute di produttori e consumatori.

Cosa NON è il COMMERCIO EQUO e SOLIDALE?

Non è assistenzialismo, non è fare l'elemosina, che spesso umilia chi la riceve. Il Commercio Equo e Solidale stimola progetti di sviluppo autogestiti e crea nuovi posti di lavoro nei luoghi di origine. In questo senso è una via SOSTENIBILE e praticabile al cambiamento dei principi sui quali si basa il commercio tradizionale.

Dove e come nasce?

Alla fine degli anni Sessanta in Olanda, per iniziativa di un gruppo di giovani che avevano partecipato a progetti di cooperazione nel Sud del mondo. In Italia si sviluppa a partire dalla fine degli anni Ottanta.

Perché?

Perché l’economia mondiale è sostanzialmente basata sulle esigenze dei più forti. I governi delle grandi potenze mondiali, e le grandi compagnie multinazionali che li supportano, raramente si occupano delle esigenze dei produttori, che sempre più spesso si trovano nel Sud del mondo. I prezzi delle materie prime vengono fissati quotidianamente nelle piazze borsistiche internazionali sulla base degli scambi e -spesso- delle speculazioni in atto. Poco importa se al variare del prezzo del caffè, ad esempio, l'economia di intere famiglie e villaggi, che su quel prodotto basano la propria sussistenza, viene distrutta.

Un po' di numeri

Dal dopoguerra ad oggi, in circa 50 anni, nonostante gli scambi commerciali mondiali siano cresciuti di venti volte, non si è realizzato il famoso “benessere per tutti”. Al contrario, povertà ed ingiustizia sono aumentate nel mondo. Nel 1987 i poveri assoluti del Sud del mondo erano un miliardo. Oggi sono quasi un miliardo e mezzo: un popolo di diseredati che tenta di sopravvivere con meno di 1$ al giorno. Nel 1960 il 20% più povero della popolazione mondiale godeva del 2,3% del prodotto mondiale, quarant'anni dopo scopriamo che questa cifra si è dimezzata, essendo scesa al 1,1%, mentre la quota del 20% più ricco è passata dal 70,2% all'86%. Mediamente, ogni abitante del Nord del pianeta dispone di una ricchezza ventuno volte più elevata di quella di un abitante del Sud. Siamo nel terzo millennio e ancora oggi ogni anno, nel Sud del mondo, 18 milioni di persone muoiono per fame, semplicemente perché non hanno accesso alle risorse prodotte dal loro Paese e dal loro stesso lavoro. Quelle risorse finiscono sulle tavole e nelle case dei consumatori del Nord attraverso la mediazione delle grandi compagnie commerciali.

Il Consumo critico

E' possibile per ciascuno di noi, a partire da una maggiore consapevolezza e da una assunzione di responsabilità nel conoscere questa realtà, compiere piccoli gesti concreti e quotidiani e contribuire responsabilmente a restituire dignità a milioni di persone nel mondo.

Gli strumenti che sono a disposizione del consumatore per condizionare il sistema sono essenzialmente due: il boicottaggio e il consumo critico.

Il boicottaggio è un'azione straordinaria, che consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per indurre le società produttrici (essenzialmente le multinazionali) a rivedere i propri comportamenti.

Il consumo critico è un atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo non solo in base alla qualità e al prezzo, ma anche in base alla storia dei prodotti ed alle scelte delle imprese produttrici. Consumare in maniera critica permette a ciascuno di noi di ridare un senso al gesto, apparentemente banale, del fare la spesa: solidarietà o sfruttamento nei confronti dei lavoratori del Sud del mondo. E' come se, ogni volta che facciamo la spesa, andassimo a votare, premiando le imprese che si comportano bene e sanzionando le altre.

E' difficile però, anche se non impossibile, quando ci avviciniamo agli scaffali di un supermercato, sapere quali aziende stanno dietro ogni singolo prodotto, conoscerne i relativi processi produttivi, il rispetto dell'ambiente e le condizioni di lavoro con cui sono stati ottenuti,...

Le Botteghe Equo Solidali

Le BOTTEGHE EQUO SOLIDALI sono dunque il naturale sbocco per promuovere non solo i prodotti selezionati del commercio equo e solidale ma anche per diffonderne i princìpi e gli strumenti relativi:


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ultimo aggiornamento: 8-Dic-2010